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Webnology

Pensieri, commenti e altre robe così… però tutto molto tech'n'cool!

Il Web è morto (eh?)


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Anche il nostro Mario Tozzi preferito è scettico riguardo una tale affermazione! E come mai è proprio Wired a pubblicare una tale eresia?

Evidentemente anche oltreoceano l’estate fa sentire i suoi effetti deleteri: tutti vanno in vacanza e a pochi interessa ciò che succede nel mondo. E allora cosa fanno i bravi giornalisti? Fanno scendere in campo le teorie più strampalate in modo da attirare un po’ di polemica e vendere qualche copia in più. Qualcuno potrebbe definirla la strategia Focus, qualcun altro un’operazione da manuale.

Partiamo dal simpatico grafico che Wired mette in cima all’articolo.

OMFG! Il Web sta morendo! No! BASTARDI LASCIATELO CAMPARE!!!

Questo simpatico grafico rappresenta la composizione percentuale dei servizi più diffusi in uso su Internet dal 1990 al 2010. A una prima occhiata sembrerebbe effettivamente che il Web, dopo il picco raggiunto nel 2000, sia in lento declino in parte in favore del P2P, ma sopratutto a favore dei Video. Accidenti!
Viene anche evidenziato il triste destino di altri servizi del passato: l’FTP, i Newsgroup, le eMail, Telnet… il DNS? A questo punto viene un po’ il dubbio e leggiamo anche cosa abbiamo sulle ascisse: la percentuale di traffico. E grazie ar cazzo! Ovvio che P2P e video occupino più banda visto che sono più voluminosi.

A questo punto proviamo a leggere l’articolo che in realtà si focalizza su tutt’altro argomento. Afferma che con la diffusione degli Smartphone con un’impostazione ad applicazioni da scaricare da un catalogo (tipo l’iPhone tanto per capirci) si tende a utilizzare poco il Web tramite il browser e molto Internet tramite applicazioni specifiche per le varie cose da fare (Facebook, Feed, eMail, …). Gli utenti lo fanno per motivi di praticità perché l’app è spesso più comoda e pratica dell’interfaccia Web e il risultato è la divisione in compartimenti stagni. Non più il marasma del Web, con triliardi [mi rifiuto di usare una parola così orrenda ndCaribe] milioni di miliardi di link che portano verso siti sconosciuti, oppure semplicemente orrendi, ma dei percorsi guidati in cui non ci si può perdere. Più facile da usare per l’utente, più semplice da monetizzare per gli editori, una gran perdita per l’umanità.

Se così sarà è tutto da vedere. Per ora il Web è salvo. Lunga vita al Web!files/files/

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