HADOPI, ci risiamo

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Come volevasi dimostrare il governo francese ha riproposto la legge per attuare la dottrina Sarkozy per la difesa del diritti d’autore su Internet. Come noto la legge prevede tre avvisi agli utenti identificati come criminali e dopodiché scatta la disconnessione forzata.

L’avevamo detto ed è successo, il governo francese ha pensato bene di riproporre in versione riveduta e corretta l’HAPODI (Haute Autorité pour la Diffusion des Œuvres et la Protection des droits sur Internet). La prima stesura era stata bocciata perché si permetteva au un’autorità amministrativa di privare un cittadino della connessione a Internet. La soluzione è stata semplicemente di inserire nel processo che porta alla punizione la decisione di un giudice.

L’iter quale dovrebbe essere? L’HAPODI monitora il web e identifica chi si macchia del cybercrimine ai danni delle case discografiche. A quel punto invia un primo avviso all’utente, o meglio, al proprietario della connessione. Se viene rilevata una seconda infrazione viene inviato un nuovo avviso. Se l’utente insiste allora l’HAPODI raccoglierà tutte le prove del caso e si presenterà davanti ad un giudice che non potrà far altro che prenderne atto e condannare l’utente alla disconnessione, alla galera e ad una multa salata. Se la persona tenterà di fare un nuovo contratto o proverà a collegarsi da un’altra postazione sarà sanzionato in modo simile al caso di guida senza patente.

Per come è scritta la legge il giudice è relegato al ruolo di passacarte e la polizia giudiziaria viene completamente sostituita dal personale dell’HADOPI. Una specie di polizia parallela insomma, che difende la causa delle case discografiche contro tutte quelle persone che scaricano illegalmente. Verra approvato? Chi pagherà tutto questo circo? Servirà per contrastare il fenomeno? Si potrà applicare anche in altri contesti della sociale?files/files/