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La nuova tassa a favore della SIAE


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L’Italia non è sempre il paese all’avanguardia nei campi tecnici e scientifici. E’ invece un paese che finisce per essere imitato quando c’è da inventare qualcosa di nuovo in ambito tributario. Parliamo di diritto d’autore e in particolare di “equo compenso”.L’equo compenso è stata una trovata delle società che gestiscono il diritto d’autore per recuperare i compensi persi per via della pirateria. Il concetto di base è che la pirateria è un fenomeno diffuso (maledetto internet) e tutti i mancati acquisti di CD, DVD o quant’altro, dovuti al fatto di aver fatto una copia illeggittima, devono essere risarciti. Poiché è impossibile sapere chi ha copiato cosa e quanto (maledetta privacy) si colpisce tutti allo stesso modo. I Governi hanno pensato che fosse giusto.

Nasce così la modifica alla nostra legge 633, ma sopratutto è arrivato il  Decreto Ministeriale del 30 Dicembre 2009 che per chiudere in bellezza il decennio stabilisce gli importi esatti da caricare su tutta una serie di supporti digitali (CD, DVD, chiavette, harddisk, SSD, …) per compensare gli artisti. Si passa da 0 centesimi per le chiavette fino a 256 MB (ormai introvabili direi), fino a 28,98 euro per i dischi da oltre 250 GB (direi la norma). Se l’harddisk è esterno ve la cavate invece con un centesimo a giga.

La SIAE assicura che l’aumento del costo non cadrà sui consumatori, ma non spiega come sia possibile affermare una cosa del genere. Per cui preparatevi a sborsare di più che nel passato. L’equo compenso esiste già da diversi anni su CD e DVD e il risultato è stato un calo degli acquisti perché chi ne comprava tanti ha trovato più conveniente farseli spedire dall’estero. Succederà anche adesso?

Piccola parentesi. Che un artista riceva un compenso grazie al suo lavoro è giusto, altrimenti non potrebbero esserci artisti. Ma che questo denaro venga estorto usando dei meccanismi ingiusti e poi venga ridistribuito in maniera da favorire determinati soggetti a scapito di quelli che ne avrebbero maggiormente bisogno, magari perché a inizio carriera, è assurdo e inutile.

Ma purtroppo questa è la realtà. A volte internet viene equiparata a cose conosciute (vedi leggi sulla stampa), a volte si decide che la tecnologia dell’informazione è un’ambito nuovo per cui è necessario trovare nuove soluzioni. Ma alla fine si capisce che il vento soffia sempre nella stessa direzione: proteggere le caste e frenare lo sviluppo perché lo sviluppo tecnologico è il male, una stupida moda dei nostri anni che si spera finisca presto…files/files/

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