La protesta di Wikipedia contro il comma 29, la legge ammazzablog
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Come sapete tutti in questi giorni sta approdando in parlamento il DDL Intercettazione. Al comma 29 di questo decreto c’è la cosiddetta legge ammazzablog che tenta di introdurre ancora una volta l’obbligo di pubblicazioni delle rettifiche entro 48 ore. Una imposizione impensabile per i blog amatoriali che si ritroverebbero in balia degli avvocati e delle estorsioni legalizzate.
È una legge che rispunta come la muffa e prima o poi passerà. Se legata ad un voto di fiducia si rischia veramente di cadere nel baratro. Ecco come recita il comma 29 dell’articolo 1:
«Per le trasmissioni radiofoniche o televisive, le dichiarazioni o le rettifiche sono effettuate ai sensi dell’articolo 32 del testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177. Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilita` della notizia cui si riferiscono.»; b) al quarto comma, dopo le parole: «devono essere pubblicate» sono inserite le seguenti: «, senza commento,»; c) dopo il quarto comma e` inserito il seguente: «Per la stampa non periodica l’autore dello scritto, ovvero i soggetti di cui all’articolo 57-bis del codice penale, provvedono, su richiesta della persona offesa, alla pubblicazione, a proprie cura e spese su non piu` di due quotidiani a tiratura nazionale indicati dalla stessa, delle dichiarazioni o delle rettifiche dei soggetti di cui siano state pubblicate immagini o ai quali siano stati attribuiti atti o pensieri o affermazioni da essi ritenuti lesivi della loro reputazione o contrari a verita`, purche´ le dichiarazioni o le rettifiche non abbiano contenuto di rilievo penale. La pubblicazione in rettifica deve essere effettuata, entro sette giorni dalla richiesta, con idonea collocazione e caratteristica grafica e deve inoltre fare chiaro riferimento allo scritto che l’ha determinata.»; d) al quinto comma, le parole: «trascorso il termine di cui al secondo e terzo comma» sono sostituite dalle seguenti: «trascorso il termine di cui al secondo, terzo, quarto, per quanto riguarda i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, e sesto comma» e le parole: «in violazione di quanto disposto dal secondo, terzo e quarto comma» sono sostituite dalle seguenti: «in violazione di quanto disposto dal secondo, terzo, quarto, per quanto riguarda i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, quinto e sesto comma»; e) dopo il quinto comma e` inserito il seguente: «Della stessa procedura puo` avvalersi l’autore dell’offesa, qualora il direttore responsabile del giornale o del periodico, il responsabile della trasmissione radiofonica, televisiva, o delle trasmissioni informatiche o telematiche, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, non pubblichino la smentita o la rettifica richiesta».
Wikipedia, l’enciclopedia da cui tutti noi attingiamo sapere a piene mani, non è un blog, ma rischia di essere colpita gravemente da questa norma. A titolo di esempio in questi giorni si è avuta anche la diatriba tra Nonciclopedia e Vasco Rossi. Il cantante ha denunciato per diffamazione e Nonciclopedia aveva deciso di chiudere. Poi oggi, per fortuna, si è trovato un accordo e la demenza continuerà a scorrere sui nostri schermi.
Se la perdita di Nonciclopedia poteva essere metabolizzata non potrebbe esserlo quello di Wikipedia Italia. Il legislatore dovrebbe tenere conto delle conseguenze delle leggi proposte, ma essendoci nella politica una gran quantità di avvocati diciamo che c’è un conflitto di interessi. Internet è un’opportunità per un mondo migliore e solo i paesi che riteniamo antidemocratici censurano la rete (e contro alcuni di questi abbiamo anche mandato i nostri soldati). Speriamo bene.files/files/
6 Commenti per “La protesta di Wikipedia contro il comma 29, la legge ammazzablog”
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Domenico
Che dire… purtroppo abbiamo la classe politica che ci meritiamo, sono stati votati dalla maggioranza degli Italiani (Italioti!). Abbiamo una classe politica ignorante e “molto legata agli interessi di portafoglio”, quasi tutti i politici non conoscono il contenuto della Carta Costituzionale…. Che dire… Se tutta la gente con un minimo di intelligenza se ne fregherebbe delle “porcate” e delle decisioni ignoranti che la classe politica ci vomita costantemente addosso e si agirebbe con la dovuta intelligenza, le cose andrebbero meglio, “NON POSSONO METTERE IN GALERA TUTTA LA POPOLAZIONE ITALIANA” Sarebbe palese la definizione di “DITTATURA” (mandiamoli a casa tutti!!!)
Caribe 1999
Per fortuna qualcuno che si salva c’è: ancora una volta l’onorevole Roberto Cassinelli (PDL) si sta impegnando a emendare il decreto per vanificare il comma 29. Certo che se i suoi colleghi fossero un attimo più accorti al posto di mettere pezze si potrebbe dedicare a cose costruttive :-/
Domenico
Per Caribe 1999,
Gia, qualcuno come dici tu sta tentando di salvare la libera espressione e la libera informazione.
A quanto pare da Adnkronos.com traspare la notizia che forse il famigerato e sopranominato comma ammazzablg è stato eliminato dal decreto intercettazioni… speriamo in una conferma definitiva.
Forse in questo marasma politico esistono ancora (pochi)identità che ragionano. (rimango ancora dell’idea che almeno il 98% dei politici attivi vada mandato a spaccare pietre!!)
Caribe 1999
Per il momento il pericolo è scongiurato: http://saitfainder.altervista.org/webnology/2011/10/comma-29-reso-inoffensivo-salta-la-legge-ammazza-blog-e-wikipedia/
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