Finalmente avremo il Wi-Fi pubblico anche in Italia?

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Per motivi abbastanza oscuri è partita da qualche settimana una campagna per la liberalizzazione del Wi-Fi sul suolo italiano.

Dopo che il Decreto Pisanu aveva stabilito nel 2005 che in nome della sicurezza e per la lotta al terrorismo era necessario identificare con una fotocopia della carta d’identità chiunque si colleghi a Internet tramite un accesso pubblico, tipicamente via Wi-Fi, adesso ci si sta muovendo decisamente in direzione opposta.

Dico che i motivi sono oscuri perché già l’anno scorso l’onorevole Roberto Cassinelli aveva avanzato una proposta che andava a modificare le disposizioni in materia di Wi-Fi cercando di semplificare le procedure, ma venne respinto. Ora però il governo ha votato a favore di un disegno di legge che entro l’anno dovrebbe semplificare l’accesso. Qualcuno dice che si avrebbe accesso in maniera assolutamente incontrollata, ma il disegno parla sì di cambiamento, ma “mantenendo tuttavia adeguati standard di sicurezza”.

Non specificando nulla di concreto dovremo attendere la legge vera e propria per capire dove andremo a finire. Però le cose possono solo migliorare. E mentre Internet gioisce c’è il Procuratore Generale Antimafia Pietro Grasso che si lamenta dicendo che si rischia di “ridurre la possibilità di individuare coloro che commettono reati attraverso Internet”. Probabilmente non ha tutti i torti, ma conviene aspettare la legge prima di sparare sentenze.

Chissà se l’Italia diventerà un paese qualsiasi dove sarà possibile sedersi al bar e navigare col proprio portatile, nel frattempo posso solo dire che ieri ho scoperto che sul treno regionale Torino-Milano era attiva una rete wireless che permetteva di accedere la sito delle ferrovie e, se avessi avuto un account, anche su tutto internet. Sul sito delle ferrovie manca ancora un aggiornamento in tempo reale dei ritardi come su quello tedesco, ma pian pianino ci arriverà anche Trenitalia.files/files/